SHHH…

Crediti

concept Simona Miraglia

con Federica Aloisio, Simona Miraglia, Valeria Zampardi

 

pièce per spazi teatrali

anno 2012

Sinossi

“Un silenzio, in apparenza uguale a un altro silenzio, potrebbe esprimere cento intenzioni diverse; anche un fischio, d’altronde; parlarsi tacendo, o fischiando, è sempre possibile; il problema è capirsi.”
Italo Calvino

Il punto di partenza del progetto coreografico “Shhh…” fa riferimento alle parole che Italo Calvino scrive per un personaggio di un suo romanzo, il quale rivendica il ruolo del silenzio affermando che “il silenzio contenga qualcosa di più di quello che il linguaggio può dire (…)”.
Viviamo nella società del rumore, della connessione permanente, del sovraffollamento di informazioni, immagini, sollecitazioni. In questo continuum acustico e visivo, è difficile trovare spazi di silenzio, inteso come stacco, pausa, attimo ritagliato e colto per pensare, contemplare o semplicemente rallentare. Silenzio come occasione che si pone tra, in mezzo, come una sospensione della corsa frenetica, delle attività consuete, del flusso ininterrotto della vita, per osservare le cose da un nuovo punto di vista. Per entrare in una nuova relazione con il paesaggio che ci circonda o con gli altri, i cui volti ci scorrono davanti agli occhi senza mai incontrarli. Si può contrapporre al tempo della fretta un tempo sospeso e carico d’attesa, che valorizzi e necessiti di uno sguardo lento.
Dentro il silenzio può ancora nascere qualcosa? Quante parole possono nascere dal silenzio? Quando la voce viene zittita la comunicazione tra gli individui continua, il corpo prende il sopravvento esprimendosi anche attraverso una gestualità, come quella tipica dei siciliani, che ha origini ataviche. In una sospensione silenziosa e fugace, in cui accade il mutamento. Immagini non urlate, immagini che ci invitino a ritrovare pensieri dimenticati e tracce di ricordi. Il ricordo di una gestualità del corpo che ha radici antiche e che appartiene al popolo siciliano. L’incontro con gli altri quando il silenzio assordante, magicamente ritrovato, in realtà ci spaventa. Il caos poi ricomincia…
È una riflessione sul nostro tempo, sul non incontro, la non comprensione, l’assenza di reale comunicazione tra individui, alla ricerca di un po’ di silenzio, un silenzio continuamente interrotto, non al momento raggiungibile.

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