NÒSTOS

Crediti

concept e interpretazione Silvia Giuffre’

composizioni originali e sonorizzazioni live Alessandro Librio

Nòstos è una performance di danza e musica site specific

Data e luogo

SABATO 04 SETTEMBRE | Largo Fonte | h 18.00

Sinossi

Si tratta di un’improvvisazione su struttura che la coreografa-danzatrice Silvia Giuffrè crea insieme al violinista e compositore Alessandro Librio.
La performance interattiva si presta ad una interazione sui generis con il pubblico: uno scambio di energia; un tipo di intimità; un’esperienza sensoriale e composita.
A partire dalla sonorizzazione dell’ambiente lo spazio diventa vivo, fluido, magico ed emotivamente coinvolgente.
La performance “abita” e vivifica lo spazio performativo interagendo con esso attraverso il movimento danzato e il suono.
Lo spostamento fisico e di senso è il punto di partenza della relazione tra musica e danza.
Il nòstos (viaggio) è qui simbolicamente un invito a vivere un’esperienza sui generis, in cui il senso di circolarità del luogo e del viaggio dell’esistenza ha come fine ultimo ritornare a noi stessi, attraverso la fruizione artistica.
Danza e musica si integrano con lo spazio creando nuove suggestioni e conferendo un valore aggiunto alla combinazione degli elementi.
Non una semplice giustapposizione degli aspetti interattivi, quindi, ma un’armonia dei sensi, attraverso un percorso che alterna momenti fatti di corpo, parola e suono, in grado di evocare trame, concetti e forme, tutte legate al tema del viaggio emotivo, del ritorno alle origini e del rimando a simbologie.
Tutto inizia come un gioco: il gesto semplice accomuna e abbatte ogni confine, dando vita ad un immaginario di estrema naturalità e condivisione immediata.
Lo spazio della danza -coreografia in parte scritta e in parte composta in maniera istantanea- appare talvolta piccolissimo, definito, altre volte estremamente dilatato e rinnovato.
Il movimento prende ispirazione dalle geometrie sonore e dalla presenza stessa del pubblico per esistere simbolicamente in modi differenti; creando una dimensione “altra”.
Al pubblico è richiesto di “perdersi” nel viaggio delle suggestioni -nonchè all’interno degli spazi evocati dall’immaginazione – al fine di incontrare un possibile senso di smarrimento, ed in seguito -per dirla con Staal- ritrovarsi e riconoscersi entro “nuovi e alternativi scenari”.

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